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La verità sui siliconi nei cosmetici: amici o nemici?

Passano gli anni e c’è ancora confusione su cosa siano questi siliconi, se fanno male, fanno bene o non fanno nulla, che rapporto c’è con l’ambiente e perché nei cosmetici ecobio sono vietati.

I siliconi sono una famiglia molto numerosa di materie prime per uso anche cosmetico. Essi sono polimeri inorganici sintetici, prodotti a partire dalla silice e vengono usati in cosmesi per le loro proprietà liscianti e vellutanti per la pelle, lucidanti e antistatici per capelli, vengono usati nei solari per aumentare la resistenza all’acqua, sono idrorepellenti, migliorano la spalmabilità di fondotinta e altri prodotti cosmetici. Sono meno unti degli oli e vengono utilizzati negli Oil Non Oil, per formare dei film protettivi su pelle e capelli per evitarne la disidratazione. Dagli anni ’90 sono entrati a far parte del mondo cosmetico in modo sempre più massiccio.
Con tutti questi vantaggi come mai se ne parla male? Ecco la verità sui siliconi.

I siliconi fanno male alla pelle e ai capelli

Le loro vantate caratteristiche in realtà sono a doppio taglio: dato che formano una pellicola su pelle e capelli, l’acqua non uscirà (diciamo che ne uscirà meno), ma non permetteranno nemmeno la normale traspirazione e respirazione della pelle. In una formulazione cosmetica i principi attivi stessi verranno meno veicolati in profondità.

Formando una pellicola non nutriente, come invece avrebbero fatto oli e burri vegetali, i siliconi in realtà non nutrono la pelle, hanno solo un effetto lisciante che ci inganna, pensando di aver nutrito la pelle, al contrario ce la ritroveremo sempre più secca e sottile.
I siliconi utilizzati quotidianamente favoriscono la formazione di comedoni, punti neri e grani di miglio.

I siliconi non sono biodegradabili

I siliconi provocano un danno ambientale importante, tanto che ne sono stati vietati già due il D4 (Octamethylcyclotetrasiloxane) e D5 (Decamethylcyclopentasiloxane).
E’ già stato pubblicato il Regolamento che inserisce i due siliconi D4 & D5 in Allegato XVII del REACH. A decorrere dal 31/01/2020 non potranno più essere immessi sul mercato prodotti cosmetici da eliminare con acqua, contenenti concentrazioni dei due siliconi pari o superiori allo 0.1%. Entrambe le sostanze D4 e D5 hanno un forte impatto ambientale, inoltre, come da anni sostengono gli enti della certificazione della cosmesi green (come ICEA, AIAB etc..), sono prodotti da evitare per la cura e il benessere della pelle.

Sarebbe stato giusto per l’ambiente vietarli totalmente, perché le aziende produttrici di cosmetici, che utilizzano questi due siliconi, devono lavare i bulk, gli strumenti, i macchinari che li hanno contenuti e quindi i siliconi verranno in realtà smaltiti in acqua continuando a provocare danni all’ambiente.
Gli oli vegetali sono biodegradabili, solo gli oli esausti non lo sono, ma nessuna azienda cosmetica si sognerebbe di mettere nei propri prodotti degli oli che hanno subito la frittura!
I siliconi si accumulano negli organismi acquatici, in particolare il D4 e il D5.

I siliconi possono fare male alla salute

Il D4 è indicato anche come disturbatore endocrino e potrebbe interferire con la fertilità oltre che con la formazione di tumori all’utero, come è accaduto in esperimenti di laboratorio.

Come riconoscere i siliconi in un prodotto cosmetico?

I siliconi si trovano nell’INCI, l’elenco degli ingredienti che si trova per legge in etichetta o sulla confezione più esterna del prodotto (sulla scatola per intenderci).
I loro nomi hanno come suffisso  -thicone, -xiloxane, -silanoil.
I più conosciuti sono:

  • cyclohexasiloxane, cyclomethicone, cyclopentasiloxane: più volatili, meno pesanti, molto usati nei prodotti per capelli o nei make-up remover. I siliconi volatili hanno un tocco morbido e non grasso, non si accumulano su pelle e capelli, ma il fatto che siano volatili non significa che non abbiano un importante impatto sulla pelle (e sull’ambiente), come spesso il marketing vuole far credere!
  • Dimethicone, Dimethiconol, Cetyl Dimethicone, Amodimethicone, Dimethicone copolyol: più pesanti e unti, creano più problemi alla pelle, hanno un’azione filmogena.

Più si trovano in altro come posizione nell’INCI più sono presenti come quantità nella formula e quindi più problemi possono dare alla pelle, ai capelli e all’ambiente.

La mia esperienza

In 20 anni di esperienza con la pelle come cosmetologa, mi sono resa conto che le pelli che utilizzano quotidianamente siliconi sono secche, desquamate, sensibilizzate, fintamente idratate, bisognose di cure e attenzioni. Il lavoro cosmetico da fare deve prevedere la completa eliminazione dei siliconi dai prodotti usati tutti i giorni, l’utilizzo di sieri, creme fortemente idratanti, a base di acido ialuronico, mucillagini, oli e burri in emulsione. 
Leggeri scrub esfolianti a base di zuccheri o granuli vegetali, da fare ogni 15-20 giorni, permettono il rinnovo cellulare, ma devono essere seguiti immediatamente da maschere e creme altamente restitutive, ricche di principi attivi antinfiammatori come gli acidi grassi polinsaturi omega 3 e 6 (olio di Canapa, Borragine, Ribes nero), vitamine del gruppo B, C ed E, oli sebosimili come l’olio di Jojoba, mucillagini di Malva, Altea, semi di Lino, gel di Aloe, Acido ialuronico da biotecnologia, piante ad azione lenitiva come la Calendula e depurativa come la Bardana.
Anche maschere con la Torba possono aiutare l’idratazione e il rinnovo cellulare, inoltre la Torba stimola la formazione di collagene e ha un’ottima azione detox.
Anche i capelli dovranno seguire la “dieta” del digiuno da siliconi, all’inizio sembreranno meno lucidi, più ribelli e crespi, ma utilizzando prodotti ecobio con tensioattivi vegetali, con sieri intensivi, oli e impacchi ristrutturanti e idratanti diventeranno presto belli, forti e lucidi per davvero!

Il mio consiglio

Non usare preparazioni cosmetiche che contengono siliconi, nemmeno nel make-up, è un regalo per la nostra pelle, per i nostri capelli e per l’ambiente!

Bibliografia

  1. HTTPS://DAVIDSUZUKI.ORG/QUEEN-OF-GREEN/DIRTY-DOZEN-SILOXANES/
  2. Environment Canada and Health Canada. Screening Assessment for the Challenge Octamethylcyclotetrasiloxane (D4). November 2008
    http://www.ec.gc.ca/substances/ese/eng/challenge/batch2/batch2_556-67-2.cfm
  3. Environment Canada and Health Canada. Screening Assessment for the Challenge: Decamethylcyclopentasiloxane (D5). November 2008
    http://www.ec.gc.ca/substances/ese/eng/challenge/batch2/batch2_541-02-6.cfm
  4. DHI Water and Environment. Study on Enhancing the Endocrine Disrupter Priority List with a Focus on Low Production Volume Chemicals. Revised Report to DG Environment. Hersholm, Denmark: DHI, 2007.
    http://ec.europa.eu/environment/endocrine/documents/final_report_2007.pdf
  5. European Commission. Regulation (EC) 1272/2008 , Annex VI, Table 3.2. Sep 2009.
    http://ecb.jrc.ec.europa.eu/classification-labelling/
  6. California Office of Environmental Health Hazard Assessment. Cyloxanes. Materials for the December 4-5, 2008, Meeting of the California Environmental Contaminant Biomonitoring Program Scientific Guidance Panel. http://oehha.ca.gov/multimedia/biomon/pdf/1208cyclosiloxanes.pdf
  7. Environment Canada and Health Canada. Screening Assessment for the Challenge: Dodecamethylcyclohexasiloxane (D6). November 2008. http://www.ec.gc.ca/substances/ese/eng/challenge/batch2/batch2_540-97-6.cfm
  8. Environment Canada and Health Canada. Proposed Risk Management Approach for Cyclotetrasiloxane, cotamethyl- (D4) and Cyclopentasiloxane, decamethyl- (D5). Jan 2009.
    http://www.ec.gc.ca/substances/ese/eng/challenge/batch2/batch2_541-02-6_rm.cfm

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